Mineo

(prov. di Catania; 511 mt di altezza, 5.350 abitanti circa)

La cittadina occupa la sommità di due colline alle pendici nordoccidentali dei Monti iblei, in un territorio popolato di mandorli, lecci, querce, roverelle. I suoi tanti ulivi secolari raccontano di una lunga tradizione di olivicoltura di qualità, espressa nella produzione dell’olio extra vergine di oliva Monti Iblei DOP. Più in basso, nella Valle del Margi, si dispongono i ricchi agrumeti di arancia rossa, coltivati diffusamente nella piana di Catania.
Mineo sorge in un’area che ha registrato la presenza umana fin dalla preistoria e un primo insediamento in forma di città ad opera dei Siculi nell’VIII a.C., per espandersi progressivamente, divenendo l’antica Mene e dotarsi, nel 459 a.C. sotto Ducezio, di una solida cinta muraria. Mineo permane città nelle fasi successive divenendo protagonista nel corso dei Vespri Siciliani della ribellione agli Angioini guidata da Adinolfo da Mineo, Giovanni da Procida e Alaimo da Lentini e del successivo passaggio sotto gli Aragonesi. Episodio fondamentale testimoniato nella cosiddetta Tomba Gallica.
L’abitato è stato spazzato via dal sisma del 1693 ma il racconto della storia del territorio precedente all’evento si legge ancora nei Castelli di Serravalle, Ducezio, Mongiolino, o nel Castello rupestre che accoglie la Grotta di S. Agrippina. Della trama medievale persistono brani di piccole strade e vicoli, che seguono il pendio dei due colli e si aprono di frequente in cortili a ballatoio.
L’immagine dell’abitato attuale è invece in larga parte tardobarocca e ottocentesca. Numerosi gli edifici di culto di pregio. Le Chiese del Collegio dedicata a S. Tommaso, di Agrippina santa patrona, di S. Pietro, di S. Maria Maggiore sono le principali, arricchite di preziose pitture, statue, altari e di un vasto repertorio di corredi sacri.Altrettanto degni di nota sono edifici conventuali come il Collegio gesuitico ora sede del Municipio e numerosi palazzi e ville che fanno capo alle principali famiglie.
Mineo ha un’economia che abbina attività industriale e agricoltura e la sua vicenda è strettamente correlata alla storia letteraria siciliana, come attestano il Museo dedicato allo scrittore verista Luigi Capuana e la Fondazione dedicata allo scrittore e poeta contemporaneo Giuseppe Bonaviri.
Le principali tappe di devozione della comunità meneminese sono rappresentate, a fine maggio, dalla Festa in onore di Maria Regina degli Angeli, con la processione per la città del suo simulacro medievale in alabastro donato alla città dal Conte Ruggero, e dalle Feste in onore di S. Agrippina Vergine e Martire dedicate alla traslazione del suo corpo (7 maggio), al martirio (23 giugno), quella patronale (a fine agosto) con lo scenografico corteo del fercolo argenteo accompagnato dal pellegrinaggio di devoti scalzi vestiti di bianco (i Nudi).
E’ legata alla sua tradizione contadina larga parte della sua cucina, dai cavatieddi con sugo di modoro, melanzane e ricotta salata, alle cassatedde di ricotta, alla mostarda di mosto o di ficodindia.

INFORMAZIONI UTILI

Presidente: Maria Agrippina Grosso
Indirizzo: Via Maurici, 5, 95044
Telefono Sede:
Cellulare: 333 6764709
Posta Elettronica:

UFF. INFOR. IAT:
dal lunedì alla domenica 09:00-13:00 / 16:00-20:00

PH. Paolo Barone

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